Querela e Denuncia: che differenza c’è e perché la querela è un atto personale
Molte persone confondono la denuncia con la querela, ma la distinzione tra questi due strumenti è fondamentale, soprattutto per chi ha subito un torto e vuole far valere i propri diritti. In particolare, la querela ha una natura giuridica ben precisa: è un atto strettamente personale, che può essere presentato solo dalla persona offesa e che riflette la sua libera scelta di attivare o meno l’azione penale.
Denuncia: segnalare un reato all’autorità
La denuncia è l’atto con cui chiunque – anche un soggetto estraneo ai fatti – può informare l’autorità giudiziaria o le forze dell’ordine della commissione di un reato. È uno strumento “oggettivo”, nel senso che segnala un fatto penalmente rilevante senza dover necessariamente manifestare una volontà punitiva.
È spesso utilizzata in caso di reati perseguibili d’ufficio, ossia quelli per i quali l’autorità giudiziaria è tenuta a procedere indipendentemente dalla volontà della persona offesa (es. rapina, lesioni gravi, violenza sessuale aggravata).
Querela: la volontà della persona offesa è decisiva
La querela è ben diversa: si tratta di un atto personale e volontario con cui la persona offesa da un reato esprime la volontà che si proceda penalmente contro l’autore del fatto.
È necessaria per tutti quei reati cosiddetti “a querela di parte”, in cui l’ordinamento lascia alla vittima la libertà di decidere se sporgere querela o no.
La querela non è una semplice segnalazione: è l’esercizio di un diritto personalissimo. Solo chi è stato danneggiato direttamente dal reato può proporla.
Perché è un atto personale
- Solo la persona offesa può presentarla (o un suo procuratore speciale).
- Non può essere proposta da un familiare, da un testimone o da un amico.
- Riflette una scelta libera, consapevole e formale, con cui la vittima decide di chiedere tutela penale.
- La querela può essere ritirata (remissione), ma solo dalla stessa persona che l’ha proposta, e spesso è necessaria l’accettazione dell’imputato.
Reati perseguibili a querela: alcuni esempi
Tra i reati che richiedono necessariamente la querela per procedere, troviamo:
- Diffamazione
- Percosse
- Minacce non gravi
- Furto semplice tra familiari
- Truffa semplice
- Molestie o disturbo alla persona
In questi casi, senza querela, il reato non può essere perseguito, nemmeno se noto alla Procura o alle forze dell’ordine.
Termini e forma della querela
La querela deve essere presentata entro 3 mesi (salvo eccezioni) da quando si ha notizia del reato.
Può essere presentata:
- Oralmente o per iscritto, presso una stazione di polizia o la Procura
- Con l’assistenza di un avvocato, che può curarne forma, contenuto e strategia, anche per una successiva costituzione di parte civile
L’importanza di rivolgersi a un avvocato penalista
Molti sottovalutano l’importanza della forma e della tempistica della querela. Un errore nella formulazione, l’omissione di elementi essenziali o la presentazione fuori termine possono compromettere in modo irreparabile il diritto alla giustizia.
Lo Studio Penale Caracciolo assiste la persona offesa sin dal momento della redazione della querela, valutando la correttezza giuridica dell’atto e seguendo il cliente lungo tutto il percorso processuale, fino al risarcimento del danno.
CASO PRATICO:
Alcuni anni fa in un caso davanti al Giudice di Pace Penale, il mio assistito era accusato di minacce. La vittima aveva presentato querela alla polizia, ma analizzando il fascicolo, ho notato due elementi cruciali mancanti: l’istanza di punizione, condizione imprescindibile per procedere, e una corretta identificazione del querelante. In assenza di questi presupposti, ho richiesto al giudice una sentenza ex art. 129 c.p.p. per proscioglimento, ottenendo l’accoglimento della richiesta. La decisione ha scatenato l’ira della parte querelante, ma ha confermato il rispetto delle regole processuali.